Le Ragazze

di Claudia Rossi Valli/NATISCALZI DT

 

danza e collaborazione Chiara Di Guardo, Valeria Grasso, Laura Lorenzi, Ludovica Messina

 

canzoni e musica originale Puccio Castrogiovanni

 

canto e musica Benedetta Carasi, Sara Castrogiovanni, Valeria Grasso, Alessandra Pirrone/Jacarànda-Piccola Orchestra Giovanile dell'Enta

 

produzione Scenario Pubblico Catania

co-produzione Natiscalzi DT 


Le Ragazze è un progetto di danza, teatro, musica e canto, ideato da Claudia Rossi Valli, che nasce dal desiderio di esplorare i mondi personali e le danze universali delle interpreti.

“Le quattro interpreti sono giovani (e giovanissime) artiste, danzatrici professioniste o che si affacciano ora alla professione. Le ho incontrate durante il mio percorso di insegnamento. Sono state un'epifania. Ognuna di loro forse riflette un pezzetto di me, ognuna dà speranza al mondo, ognuna è portavoce di femminilità e di forza femminile.”

Lo spettacolo vive di 3 capitoli.

Primo capitolo: la scena si apre in un ipotetico giardino dell'Eden. Il tempo: un eterno femminile, un incedere costante di passi intrecciati, parentesi boccacciana in cui viene conservata bellezza, racconti e umanità in contrasto con il fuori corrotto. La danza e il movimento spaziale si fanno portavoce di femminilità, bellezza e gratitudine ritrovata nell'umanità, in comunione con il passare delle stagioni.

Secondo capitolo: noi. Lo sguardo si concentra sui racconti e sui ricordi, fino ad un sentimento di commozione e tenerezza: le Ragazze non sono ninfe o dee o sirene, ma persone fatte di complicità, semplicità, carne, ossa, parentele, dati anagrafici, episodi divertenti, un'infanzia, una famiglia, una storia personale unica e uguale a tutte le storie di vita.

Il terzo capitolo, il canto, unisce la danza delle quattro ragazze alla musica di altre tre giovani donne, musiciste e cantanti di Jacarànda | Piccola Orchestra Giovanile dell'Etna diretta dal rinomato musicista siciliano Puccio Castrogiovanni che per l'ultimo capitolo de Le Ragazze ha composto la canzone originale “GIOIA”. Questa canzone diviene motore per un messaggio più generale di affermazione, forza e solidarietà femminile, un canto "che celebra la vita anche attraverso l'arte con un forte attaccamento alla terra che sostiene chi è pronto a mettersi in gioco" [cit. Laura Guarducci, Giornale di Vicenza].

“Gioia ca mi spacca lu cori

Gioia ca non havi ragiuni”

da "Gioia" di P. Castrogiovanni

METODOLOGIA

 

Il lavoro si sviluppa con le interpreti, attraverso la generosità di ognuna di loro, attraverso ciò che ognuna ha voglia di mettere in gioco di sè. "Chiedo alle interpreti di collaborare alla nascita e allo sviluppo creativo del progetto, ponendo loro domande, spunti riflessivi da cui plasmare materiale per la scena. Di cosa chiacchieriamo? Di amore, morte, sesso; ambizioni, dolori, madri, padri e fratelli." 

 Il movimento ed il disegno coreografico si muovono a partire dalla ricerca di un nucleo magmatico, di un respiro collettivo, unione di intenti e tragitti nel moto spaziale.

La messa in scena sarà un diario collettivo, un racconto a più voci, ogni capitolo – un nuovo tuffo, un'altra stagione, in cui sincerità ed invenzione si intrecciano con freschezza e profondità.